Talvolta è casa, altre volte assomiglia ad un campo di battaglia.
Perché, allora, scrivo?
Vedete, è strano a dirsi, ma quando impugno una penna vedo il mondo con occhi e colori diversi. È come se mi capissi veramente soltanto quando comincio a tracciare decine e decine di parole sulla carta, come se mi ascoltassi e ascoltassi il mondo per la prima volta. La scrittura è buffa. Ti aiuta e ti getta con le ginocchia a terra, ti fa pensare e pensare a centomila cose.
Non sono mai stata una grande oratrice, quando parlo spesso la lingua si incatena dietro le labbra, come se fosse impaurita di far uscire le parole. Ma quando scrivo è tutto diverso. Fiumi di parole fuggono via non appena tocco la carta, corrono disordinati, non attendono altro che essere letti da qualche futuro poeta, da qualcuno che li sappia apprezzare.
Scrivere questo post non è stato semplice. Mostrare le mie poesie a qualcun altro, sebbene non sia il genere che prediligo, è una cosa che solo pochi mesi fa pensavo fosse impossibile, però eccole qui. Leggetele nei boschi, sotto la luce lunare, senza pregiudizi, con amore.
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